Il 23 Settembre scorso — ne scrivo solo oggi per la cronica mancanza di tempo — si sono svolti nella
ridente (?!?) cittadina di Cavenago gli esami di graduazione di primo e secondo dan. La palestra in cui
pratico il Karate, quando il lavoro mi lascia un po’ di pace, aveva una rappresentanza di ben nove allievi,
sei esaminati per passare dalla cintura marrone (1° kyu) alla cintura nera (1° dan), e ben tre per
conquistare il grado di 2° dan. È stato un piacere poter partecipare in qualità di fotografo, per
immortalare qualche momento di tensione, prima dell’esame, lo sforzo degli atleti durante la
performance ed infine la gioia dopo aver conseguito il diploma.
Studiare il Karate richiede un notevole impegno: se lo si pratica come agonisti, come Gabriele ed Andrea
che vedete in fotografia, significa faticare parecchio, rinunciare ai pomeriggi con gli amici, alla
PlayStation e magari anche alle ragazze, per trovarsi quasi tutti i giorni in palestra a sudare, per
raggiungere un traguardo sfuggente, per vincere una gara, conciliando il tutto con l’impegno scolastico.
Anche per chi, come me, pratica quest’arte come amatore l’impegno è molto perché, anche se ci alleniamo
solo due sere la settimana, e non abbiamo certo lo stress delle gare, gli impegni di lavoro ed in famiglia,
per molti i figli, sono spesso difficilmente conciliabili con gli orari obbligatoriamente fissi delle
lezioni.
Raggiungere quindi il primo traguardo della cintura nera è davvero motivo di soddisfazione ed orgoglio
perché significa in qualche modo arrivare alla conclusione della prima parte di un lungo percorso, durato
almeno quattro o cinque anni. Per chi raggiunge il secondo dan, ovviamente, la soddisfazione è ancora più
intensa.
L’anno prossimo toccherà a me cimentarmi con l’esame di secondo dan, sempre che trovi il tempo di
allenarmi decentemente per poter essere ammesso all’esame…
Un ringraziamento “di rito”, ma autenticamente sentito, va ai due istruttori della palestra che hanno
portato tutti noi a questi risultati, con la loro competenza tecnica ma anche impostando nel dojo
un clima amichevole e proficuo. Grazie Mauro e
Roberto! Continuate così, nel solco tracciato da Antonio: il nostro sensei è
certamente contento di tutti noi.
Nota importante: trovate sulla mia pagina di Flickr le fotografie dell’esame.