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BBC article on Italy and mafia

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Today I read an article on BBS News about Sicily and mafia, signed by Stephanie Holmes. BBC reports a number of associations struggling against Cosa Nostra, and a increasing feeling of freedom among young people living in the South of Italy.

Yesterday and today we are voting for the general election and it’s very remarkable that BBC decided to publish an article with a taste of hope, instead of the usual political analysis that would depress every Italian with an ounce of love for Italy.

Read the article, it’s worth the time it takes.

Il destino nel nome

Locandina di “The namesake”

Vivo a Vigevano, una città di quasi 60.000 abitanti in cui circolano più SUV che utilitarie, ed in cui non c’è una sala cinematografica degna di questo nome. Mi spiego meglio: a Vigevano non c’è un cinema, perché sono tutti chiusi. Su sessantamila abitanti sembra che a nessuno interessi il cinema, non solo quello impegnato, ma neppure le commedie di pessimo gusto che ci propinano a Natale, immancabili come un terremoto in Bangladesh, che colpisce con una furia cieca i più poveri.

In questa desolazione, che ha visto tutte le sale cinematografiche chiudere i battenti negli ultimi quindici anni, brilla l’impegno dell’associazione “La Barriera”, che a fatica propone ogni anno — in una vecchia sala cinematografica parrocchiale — un programma di spettacoli di tutto rispetto a prezzi estremamente convenienti. Certo, le poltrone non sono comode come quelle dei multisala cui siamo soliti, ma dove potrei vedere altrimenti un film come “Il destino nel nome”?

“Il destino nel nome” (originale: “The namesake“) è un film semplice, che racconta la storia di due giovani sposi Indiani emigrati negli anni ‘70 negli Stati Uniti. La vita riserverà loro molte avversità, non ultime quelle relative all’adattamento ad un clima ed una società, quella di New York, completamente diversa da quella nella quale erano vissuti fino ad allora.

È anche la storia dei lori figli, nati e cresciuti nella Grade Mela, che hanno ereditato una parte dei valori culturali dei genitori, ma sono più integrati nella realtà statunitense, e si sentono spaesati quando, per un lutto, la famiglia è costretta a tornare in India.

Ed è in particolare la storia del figlio primogenito, “Gogol”, un nome buffo datogli in onore dello scrittore russo Nikolai Gogol, di cui il padre è grande appassionato. Questo nome, portato da sempre con una certa insofferenza dal ragazzo, è la cifra del suo rapporto di giovane americano con la cultura da cui proviene ed in cui, si scoprirà alla fine, affonda le proprie radici, molto più profondamente di quanto egli stesso non creda.

Non voglio darvi altri particolari sulla trama, che è peraltro molto lineare: se siete curiosi potete trovare decine di recensioni in rete, in Italiano ed Inglese, non sarà certo io a rovinarvi la sorpresa.

Il film è davvero bello e merita di essere visto per due ordini di motivi. Tecnicamente è ben girato, la regista Mira Nair ha colto magistralmente con la macchina da presa le diverse emozioni dei protagonisti. La fotografia è splendida, e non solo negli esterni girati in India, ma anche e soprattutto nei ritratti, nei primi piani e nelle “istantanee” di vita metropolitana. Gli attori sono perfettamente calati nel proprio ruolo, specialmente Tabu (splendida!), che interpreta la protagonista Ashima Ganguli, Irfan Khan, suo marito, e Kal Penn che interpreta Gogol. Meno convincente, ma davvero bellissima, Zuleikha Robinson, che interpreta Moushumi Mazoomdar, moglie di Gogol.

Al di là degli aspetti tecnici quello che colpisce sono le emozioni che il film suscita. La famiglia attraversa momenti di gioia e di estrema amarezza, di malinconia, di rabbia, di passione e di intimità, nel corso di una storia che si dipana per quasi venticinque anni. Alla fine rimane la sensazione di aver assistito ad una storia che probabilmente è molto più comune di quanto non si possa credere.

La scena che più ricordo: quando i due sposi vengono presentati l’uno all’altra, i genitori di lui precisano che “fa il dottorato di ricerca a New York in fibre ottiche”, mentre quelli di lei sottolineano che loro figlia conosce la poesia inglese e le fanno recitare “I Wandered Lonely as a Cloud” di William Wordsworth, che lei declama in uno stentato Inglese che fa sorridere. Quello che mi ha colpito è stata la semplicità con cui due famiglie povere mostrano con orgoglio ciò che hanno di più prezioso: la cultura dei propri figli.

Altro che SUV…

Jazzanova

Belle et Fou cover

Thanks to my friend Alex I recently discovered the Jazzanova group, which proposes very interesting nu-jazz and chillout music. I’m listening to their albums, finding them innovative. “Belle et Fou” is particularly interesting, and I’m continuously listening to “Outlines — Just A Lil’ Lovin’ (DJ Edit)”. Since Jazzanova are published by Sonar Kollektiv, you can buy albums in the traditional Compact Disc form or download them in MP3 and WAVE format, without any DRM applied. You are so free to copy your legally purchased music everywhere, listen in any MP3 capable appliance and make as many backups (real backups, not illegal copies!) as you need.

Sonar Kollektive price policy is also aggressive, so “Belle et Fou” is sold in MP3 format for 6.99 €, a very affordable amount that discourages illegal copies of the album.

You can also try the album tracks before deciding if you want to buy them, since low quality MP3 are available for download, and you can decide to buy only one track. For example in “Outlines — Just A Lil’ Lovin’ (DJ Edit)” detailed page you find the link to the low quality MP3.

Enjoy Jazzanova’s music :-)

Inés dell’anima mia

Inés dell’anima mia — copertina

Ho appena finito di leggere l’ultimo capolavoro di Isabel Allende, una delle migliori scrittrici sudamericane e una delle mie autrici preferite.

Ancora una volta la Allende ci descrive le gesta di un personaggio femminile, una donna forte ed indipendente, una vera eroina. Questa volta, tuttavia, la scrittrice non descrive un personaggio di fantasia, come ci ha abituato nel corso della sua lunga carriera, ma ci presenta la biografia di Inés Suàrez, eroina della conquista spagnola del Cile.

La trama in breve. Il racconto è organizzato come un diario autobiografico scritto da Inés in tarda età e consegnato alla figlia, perché non vadano perse le memorie di una vita avventurosa, che viene dispiegata dalla sua nascita fino all’ultimo istante di vita, quando la morte la abbraccia ancora con la penna in mano.

I temi principali del romanzo sono quelli cari alla Allende e più in generale sentiti nella letteratura sudamericana. Mi colpisce sempre il rapporto intimo che i personaggi hanno con gli spiriti, che appaiono reali tanto quanto i personaggi stessi e guidano la vita e le scelte delle persone. Una dimensione, quella ultraterrena, che noi europei abbiamo completamente perso, e non so se sia un bene o un male. Altro tema forte è certamente quello della vecchiaia, un’età di debolezza fisica ma comunque di vigore intellettuale, e della consapevolezza di aver acquisito durante la propria vita una saggezza che non è certo la cifra della gioventù.

L’altro vigoroso motore del romanzo è l’amore. Inés è una donna passionale, sincera, che ama il primo marito anche se, di fatto, egli l’abbandona. È anzi per questo motivo, per ricongiungersi al marito, che Inés decide di partire dal poverissimo paese spagnolo in cui è nata, ed affrontare un viaggio avventuroso verso il Sud America. Una volta giunta a destinazione, si dedicherà alla ricerca dell’uomo che ama e scoprirà che è morto in battaglia.

A questo punto la nostra eroina è ad un bivio: tornare in Spagna oppure proseguire l’avventura in Sud America. Inutile dire che la decisione è quella di restare, ma qui mi fermo, perché svelare qualcosa della trama può invogliare la lettura, ma esagerare mi renderebbe odioso.

Da più di vent’anni Isabel Allende ci delizia con romanzi che raccontano persone ed emozioni ed, in questo caso, inquadrano anche un periodo storico preciso, con eventi e personaggi realmente accaduti. Dopo i ringraziamenti finali, infatti, è presentata una ricca bibliografia storica contenente le fonti che hanno costituito l’ossatura del romanzo.

Se come me siete appassionati dalla narrazione della Allende, non potete non leggere questo romanzo.


Isabel Allende
Inés dell’anima mia (titolo originale: Inés del alma mía)
Feltrinelli
326 pagine
ISBN: 88-07-01711-3

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